Hai mai aperto un workspace Google Tag Manager e pensato:
“Cosa sto tracciando qui dentro? Perché c’è quel tag? Ma questo evento… da dove parte?”
Se la risposta è sì, non preoccuparti: succede a tutti. Ed è proprio per questo che serve un piano di tracciamento condiviso.
In questo articolo ti spiego, passo passo, come costruire un piano di tracciamenti, mantenerlo e condividerlo. È uno strumento semplice, ma potentissimo, che ti evita ore perse, errori ricorrenti e fraintendimenti con clienti o colleghi.
Cos’è un piano di tracciamenti e perché ti cambia la vita
Immagina di dover entrare in un progetto dove GTM ha 40 tag attivi. Alcuni duplicati, altri con nomi vaghi, altri ancora che tracciano eventi mai usati.
Senza un piano di tracciamento, sei praticamente al buio.
Un piano condiviso è:
- Un documento vivo che ti dice cosa stai tracciando, dove, come e perché.
- Una bussola per orientarti quando i progetti si complicano.
- Uno strumento di comunicazione chiave tra media buyer, strategist, developer e te.
Cosa deve contenere un buon piano di tracciamento
Non serve un file complicato. Bastano 5 colonne in un Google Sheet. Ecco cosa includere:
| Campo | Descrizione |
|---|---|
| Evento/Obiettivo | Cosa vogliamo tracciare? (es: invio form, clic CTA, add-to-cart) |
| Pagina o sezione | Dove avviene? (es: homepage, landing, funnel checkout) |
| Metodo di tracciamento | Trigger + Tag (es: click-button-cta, form-submit-contact) |
| Output/variabili | Quali dati vogliamo raccogliere? (es: nome prodotto, valore carrello) |
| Finalità | Perché lo tracciamo? (reporting, conversion API, pubblico ADV, etc.) |
👉 Puoi scaricare il mio template base gratuito a breve — sarà disponibile nella sezione risorse.
Un piano serve anche per dire “cosa non tracciare”
Avere un documento così ti aiuta anche a:
- Capire quando stai tracciando troppo
- Evitare di sovrapporre eventi simili (es: due tag per lo stesso click)
- Dire con sicurezza a un cliente: “questo dato non lo tracciamo perché non è utile ora”
Nel tracciamento moderno, decidere cosa non fare è tanto importante quanto tracciare tutto.
Come e dove creare il piano: tools consigliati
Non serve un gestionale complicato. Ecco i tool che consiglio:
- Google Sheets → perfetto per iniziare, con possibilità di collaborare in tempo reale
- Notion → ottimo se hai più progetti e vuoi tenerli organizzati
- Airtable → utile se hai molti dati e vuoi anche filtri, status, automazioni
L’importante è che il piano sia accessibile a chi lo deve usare, e aggiornato ogni volta che cambi qualcosa nel GTM.
Esempio reale (super semplificato)
Immagina che tu debba tracciare un form su una landing:
| Evento | Pagina | Metodo | Output | Finalità |
|---|---|---|---|---|
| form-submit-lead | /landing-promozione | trigger form-submit, tag event-form-leadgen | email, origine UTM | misurare lead |
Ora, chiunque entri in GTM sa:
- Cosa cercare
- Perché esiste
- Dove va a finire il dato
E tu, dopo un mese, saprai esattamente cosa succede lì.
Conclusione: traccia con metodo, lavora meglio (e fai bella figura)
Il piano di tracciamento non è solo una questione tecnica. È un biglietto da visita professionale. Ti permette di comunicare bene, lavorare meglio in team, e non perdere il controllo quando i progetti crescono.
👉 Prossimo passo? Dai un’occhiata a:
🔗 Naming convention GTM: la guida amichevole per non impazzire
🔗 Come testare i tuoi tag in sicurezza prima di lanciare una campagna
