aziende e agenzie digitali producono montagne di report: dati, grafici, percentuali, tabelle. Eppure, la maggior parte di questi documenti non riesce a raggiungere il vero obiettivo: aiutare chi legge a capire e a decidere meglio.
Se anche tu hai la sensazione che i tuoi report vengano letti distrattamente o, peggio, ignorati, non è colpa dei dati. È questione di struttura, chiarezza e rilevanza.
In questa guida ti spieghiamo perché spesso i report falliscono — e come puoi sistemare il tuo metodo con criteri pratici.
I report Ads e Media sono strumenti che raccolgono i dati delle campagne pubblicitarie (es. Google Ads, Facebook Ads) e delle attività media pianificate.
Un buon report media deve:
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- Monitorare KPI fondamentali (CPA, CTR, ROAS, Reach, Impression, ecc.)
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- Raccontare l’andamento delle campagne
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- Segnalare criticità e opportunità
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- Supportare decisioni future basate sui dati
Errore comune: limitarsi a elencare numeri senza alcuna analisi o contesto.
Correzione: ogni dato deve essere accompagnato da una spiegazione (perché è rilevante) e da una proposta (cosa fare di conseguenza).
Quali sono i criteri di un buon report?
Un report efficace risponde a 4 criteri chiave:
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- Selettività: Non tutti i dati contano: scegli solo quelli decisivi.
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- Sintesi: Comunica il succo, non l’intero database.
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- Contesto: Confronta con benchmark, obiettivi, storici.
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- Azioni: Chiudi sempre con suggerimenti pratici su cosa ottimizzare o mantenere.
Qual è la funzione principale di un report?
La vera funzione di un report non è informare, ma abilitare decisioni.
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- Un report che informa: presenta dati neutri, senza guida.
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- Un report che decide: interpreta, evidenzia, propone azioni.
Ricorda: i dati sono materia prima, non il prodotto finale.
Quanti tipi di report esistono?
A seconda del livello di sintesi e del pubblico destinatario, possiamo distinguere:
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- Report operativi (per team interni)
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- Report di sintesi (per CMO, CEO)
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- Dashboard dinamiche (per monitoraggio giornaliero)
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- Executive Summary (una pagina, per decisioni veloci)
Suggerimento: adatta il tipo di report al tipo di destinatario. Un media planner ha bisogni diversi da un CFO.
Che cos’è la gestione della reportistica?
La gestione della reportistica è l’insieme dei processi che riguardano:
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- Raccolta dati
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- Aggregazione e pulizia
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- Analisi e sintesi
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- Visualizzazione e presentazione
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- Distribuzione agli stakeholder
Ottimizzare questo processo ti consente di:
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- Risparmiare tempo
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- Aumentare la qualità percepita
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- Creare valore strategico per il tuo team e i clienti
Con l’AI, oggi puoi automatizzare buona parte di queste fasi (esportazione dati, analisi preliminare, costruzione template).
Come sistemare i tuoi report subito
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- Analizza i report passati: quanti numeri sono davvero utili?
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- Crea una checklist di KPI chiave per ogni campagna.
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- Integra l’analisi AI per suggerimenti automatici.
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- Prepara un modello di presentazione semplice (es. Canva + ChatGPT).
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- Allenati a chiudere ogni report con una call-to-action.
Non è questione di software: è questione di metodo.
Vuoi vedere come applicare tutto questo in pratica?
🎯 Il 12 giugno terremo un webinar gratuito dove ti mostriamo:
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- Come strutturare report chiari
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- Come usare l’AI per velocizzare il lavoro
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Non farti trovare impreparato: i report non sono numeri. Sono la voce del tuo lavoro.